In genere si suppone che pene detentive severe, oltre a riflettere la gravità del crimine commesso, costituiscano anche un valido deterrente per gli individui. Ma dall’analisi dei dati riferibili alle sentenze definitive degli Stati Uniti e dell’Italia, risulta chiaro come la severità della pena carceraria non rappresenti un efficace fattore deterrente. Allora, qual è l’utilità di una detenzione di dieci anni per individui che normalmente non rappresentano un pericolo per la sicurezza pubblica? Quale l’efficacia di una pena detentiva che dimostra di non produrre alcun effetto deterrente e di non ripristinare ciò che è stato danneggiato dal crimine?
A valle di simili interrogativi, questo articolo sostiene che una valida risposta potrebbe darsi dall’abbinamento dell’affidamento in prova ai servizi sociali alla tradizionale pena detentiva, specificatamente ritagliato sulla peculiarità del “colletto bianco” e che ingenererebbe un duplice effetto positivo: per un verso l’effetto deterrente deriverebbe dalla visibilità pubblica, per altro, la collettività verrebbe “risarcita” dall’utilizzo virtuoso di quelle competenze (know-how) una volta impropriamente impiegate.